DUE UOMINI
19 DICEMBRE 2024
TEATRO OSCAR
Questa storia comincia con un povero contadinello che aveva poco da mangiare per passare alle speranze di un mondo nuovo che sembrava affacciarsi negli anni Sessanta, fino alle tragiche dinamiche che queste speranze scatenarono, alle guerre, al terrorismo, al caso-Moro, all’urlo di Papa Montini, indimenticabile (“Uomini delle Brigate Rosse!”), e alla terribile omelia ai funerali (“Signore, Tu non hai voluto ascoltare la nostra preghiera!”), per concludersi con un epilogo inimmaginabile.
Angelo Roncalli, uomo mite ma con le idee ben chiare, passò la maggior parte della vita non nella cura delle anime ma nelle beghe della diplomazia vaticana, in Bulgaria, Turchia e Francia. Uomo deciso, più ambizioso di quanto appaia, ma con un pensiero che si porterà dietro per tutta la vita: che la Carità non è soltanto un sentimento buono o un atteggiamento spirituale ma anche un metodo valido tanto con l’amico o il fratello quanto nell’affronto delle questioni diplomatiche più spinose o nel gestire il rapporto tra il mondo moderno e la millenaria dottrina della Chiesa.
Giovan Battista Montini è tutt’altro personaggio, anche se tra lui e Roncalli ci fu sempre grande stima. Ricco di nascita, figlio di una delle famiglie più in vista di Brescia, dotato di grande intelligenza ma anche di un carattere schivo e – almeno all’apparenza – poco sicuro di sé Montini sembra ricalcare, nella postura, l’immagine regale di Pio XII, ma così non è: tutti possono vedere la sua fragilità, la sua difficoltà in un mondo che (il ’68, la Guerra in Vietnam, il terrorismo) diventa ogni giorno più difficile da leggere, le parole più ardue da trovare. Eppure proprio lui è il grande interprete della sua epoca, e in qualche modo ne è anche l’immagine: la Verità sembra minata fin dalle fondamenta. Ma qui entra in gioco la sua grande fede: già quando è Arcivescovo di Milano, rivolgendosi alla città, dichiara la propria incapacità di fare da guida, di essere il capo, il leader della Chiesa milanese, e si affida – manzonianamente – alla fede ancora viva nel popolo, nei cuori di ciascuno. Questo affidamento subirà le prove più terribili e qui – nella solitudine con cui vive l’ultima parte del suo papato – spicca la sua grandezza: la sua speranza, diviene una certezza personale, dura, senza illusioni.
La continuazione della storia ha luogo misteriosamente dopo la morte di Montini e getta una luce inaspettata sulla vicenda di questi due papi, su questi due uomini del Novecento. Una luce che non cancella dubbi, magagne, errori, confusione, ma che nonostante tutto esiste. Possiamo non chiamarla “la luce della fede”, “la luce di Dio” ecc.: basta, forse, chiamarla “la luce dell’umano”, quella strana forza – qualcuno la chiama anima – che grida in noi: tu non sei solo quello che fai, quello che pensi, quello che sbagli. Un uomo è qualcosa di più di tutto questo.
di Luca Doninelli
con Massimo Popolizio
violoncello Giovanna Famulari
produzione Compagnia Orsini
MASSIMO POPOLIZIO Attore di teatro, cinema e televisione. Tra i tantissimi spettacoli a cui ha preso parte: I due gemelli veneziani di Goldoni (Ubu come miglior attore protagonista); Professor Bernardi di Schnitzler, 2005 (Ubu miglior attore non protagonista); Lehman Trilogy di Massini, 2015 (premio Ubu e premio Hystrio).
Oltre alla ventennale collaborazione con Luca Ronconi, ha al suo attivo molte collaborazioni in spettacoli di grande successo con registi italiani e stranieri, tra cui Cesare Lievi, Massimo Castri, Arpard Schilling, Claudio Longhi, Franco Branciaroli, Walter Pagliaro, Mauro Avogadro, Lluis Pasqual, Gianfranco de Bosio, Antonio Calenda, Marco Sciaccaluga, Elio De Capitani, Jean-Pierre Vincent.
Come regista, porta in scena Il prezzo di Miller di cui è anche protagonista (2015), Ragazzi di vita da Pasolini (2016, Premi Ubu e Le Maschere del Teatro italiano, miglior regia e miglior spettacolo), Un nemico del popolo di Ibsen (2018, Premio ANCT), Furore da Steinbeck (2019, Premio Le Maschere del Teatro), M Il figlio del secolo di Antonio Scurati (2022), Uno sguardo dal ponte (2023).
Per il grande schermo ha lavorato con Bonivento (L’attentatuni), i fratelli Taviani (Le affinità elettive), Michele Placido (Romanzo Criminale e Il grande sogno), Daniele Lucchetti (Mio fratello è figlio unico), Paolo Sorrentino (Il Divo e La grande bellezza), Luca Miniero (Sono tornato), Mario Martone (Il giovane favoloso), Carlo Verdone (L’abbiamo fatta grossa), Fiorella Infascelli (Era d’estate), Ficarra e Picone (Il primo Natale), Pietro Castellitto (I predatori), Paolo Virzì (Siccità).
22,00 € / INTERO
16,00 € / UNDER30, OVER65
10,00 € / UNIVERSITÀ, SCUOLE DI TEATRO, DESIDERA CARD (acquistabile solo in cassa)
TICKET STANDARD
Per prenotazione gruppi scuola scrivere a scuola@oscar-desidera.it
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