UNA FESTA PER DON GIUSSANI | deSidera Teatro Oscar

UNA FESTA PER DON GIUSSANI

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Qualcosa che viene prima. Una festa per don Giussani

Sabato 17 dicembre 2022 – ore 20.30
TEATRO OSCAR (Milano, via Lattanzio 58/A)

Serata a cura di deSidera Teatro Oscar e Accademia dei Silenti.

“Nascere, e rinascere, significa iscriversi dentro il tragitto infinito della speranza” (G. Testori, Il Sabato, 20/12/1980)

Nel Centenario della nascita del Servo di Dio don Luigi Giussani, la direzione artistica del Teatro Oscar insieme alla Accademia dei Silenti rende omaggio al fondatore del movimento di Comunione e Liberazione con un’originale festa delle arti: la poesia, la narrativa, la musica, la danza e la pittura si uniranno per dar voce a quell’avvenimento originale che ha conquistato don Giussani e con lui tutto il popolo generato dalla sua esperienza. 

Parte centrale della serata sarà dedicata alla presentazione del libro “IL GIUS. DON GIUSSANI. UNA VITA APPASSIONANTE, a cura di Carmen Giussani (ed. Baldini+Castoldi, 2022): scritto e pubblicato nell’anno del centenario, il volume è composto da testimonianze di persone che hanno incontrato Giussani e ne tracciano il profilo di un instancabile educatore, caparbio nel tradurre la passione per il Cristianesimo in passione per l’uomo. 

Accanto ai testimoni della vita e dell’esperienza di Giussani, sul palco si avvicenderanno numerosi artisti, dediti alla più diverse discipline. Tra i principali: i poeti Maria Chiara Arduini, Veronica Colombo, Massimiliano Mandorlo, Davide Rondoni; lo scrittore Luca Doninelli; i musicisti e cantanti Teresa Grittini, Alessandro Guerra, Walter Muto, Carlo Pastori, Giacomo Scateni; il pittore Paolo Maggis; la compagnia di danza OrmarsLab; l’attrice Giulia Villa; e altri ancora. 

La serata si concluderà con panettone e brindisi natalizio. 

INGRESSO LIBERO E GRATUITO

Occorre “qualcosa che viene prima”, di cui tutto questo non è che strumento di sviluppo. [...] Nel rinnovarsi del primo impatto - e perciò della sorpresa della corrispondenza tra una presenza umana diversa e le esigenze strutturali del cuore - si sente il riverbero dello stesso avvenimento capitato dieci o vent’anni prima, fra i banchi di scuola o nel gruppo della propria università. [...] Dieci o vent’ anni dopo, la stessa esperienza prosegue se uno parte dall’imbattersi in una realtà nuova e, «come un bimbo svezzato in braccio a sua madre», si abbandona, segue, obbedisce. Perché quella diversità non sorge dalla sua fantasia o dal suo pensiero, dalla sua abilità dialettica od ostinazione, da tutto ciò che, insomma, lo ha tenuto lontano per anni: è qualcosa d’altro, di irriducibilmente nuovo - un avvenimento - cui obbedire.

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