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UNA VETRINA PER L’ARTE NUOVISSIMA

CONTAMINARE TEATRO E ARTI VISIVE. Dare spazio a personalità emergenti, presentati attraverso lo sguardo di giovani curatori. È l’obiettivo del nuovo progetto lanciato in gemellaggio da Teatro Oscar e Casa Testori, inaugurato giovedì 17 febbraio 2022. La vetrina predisposta nell’atrio del teatro ha grande visibilità anche per le sue dimensioni: in questo spazio ogni mese si alterneranno artisti della generazione degli anni 90, presentati da curatori loro coetanei.

BRINANOVARA BN+
Drastic Rise in Arctic Lightning, 2022
140 x 190 cm
olio, acrilico e spray su tela

Primi a scendere in campo sono un duo, i BN+, con la curatela di Iacopo Prinetti. BN+ è la sigla scelta da Simone Novara e Giorgio Brina, artisti che lavorano in coppia, nati come scultori e attualmente orientati verso un impegno nella pittura. Iacopo Prinetti è Assistant curator per le Arti visive alle Ogr di Torino. Titolo dell’opera realizzata per “Twenties” è Drastic Rise in Arctic Lightning, olio, acrilico e spray su tel (140 x 190 cm). L’opera si ispira ad un capolavoro di Bronzino, e si inserisce in un percorso di rifelssione sul manierismo che i bn+ stanno portando avanti da tempo. Scrive Iacopo Prinetti nella presentazione: «I bn+ raccontano ossessivamente la crepa, la rottura del canone in un paradosso di tratti violenti e raffinati elementi pittorici. Mani, piedi e parti anatomiche sono sospese in un universo di colore esploso, pronto a rifiutare il rigore di cui esse sono il simulacro… L’intenzione non è cancellare le proprie origini, ma ricordare dove si è nati accettando la violenza dell’evoluzione. Non dimenticare, ma distruggere per ricostruire sulle stesse fondamenta».

SOPHIE WESTERLIND
Pensa a Knut!, 2022
120 x 120 cm
olio su tela

Inaugura lunedì 28 marzo 2022 la mostra Pensa a Knut! di Sophie Westerlind (Stoccolma, 1985), a cura di Erica Roccella e Luca Zuccala, seconda esposizione del nuovo spazio di Casa Testori presieduto da Giuseppe Frangi, critico d’arte e presidente dell’Associazione Giovanni Testori.

I soggetti: il padre e la madre di Sophie, il signore e la signora Westerlind, in posa. Il titolo: quasi un grugno, una smorfia, un’onomatopea distratta che rievoca il monito dell’artista durante le sedute di pittura nello studio in Giudecca, a Venezia. Pensa a Knut!, diceva – un invito volto a smuovere un gesto, una ruga del padre, per poi riuscire a ritrarlo, a suo agio,nel quadro. Il risultato: una tela quadrata (120 x 120 cm), concepita appositamente per la mostra milanese, che traduce in pittura le conversazioni con i due curatori, tutte incentrate sui temidi soglia, di limbo, di limite, di liminale – fino a racchiudere, dialetticamente, il concetto stesso di scena. C’è tutto questo sulla tela di Sophie, elementi che riguardano la dimensione teatrale ed esistenziale dell’opera, i rapporti umani, l’esserci, con continui incontri-scontri-schianti tra la sfera privata dell’artista e la realtà universale.

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